Ex Bertone, anche la FIOM deve arrendersi

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La vittoria del sì al referendum tenutosi all’ Ex Bertone è stata schiacciante, nonostante le previsioni della vigilia e soprattutto le direttive date dalla Fiom.

Alle sette di ieri sera, a poche ore dal sì, è stata firmata l’ intesa da parte di dieci delegati di Fiom, Fim, Uilm, Fismic e dei dirigenti torinesi di Fim, Uilm, Fismic.
Grande assente la Fiom territoriale anche se Fiat si è “accontentata” del sì dei lavoratori e della firma dei delegati Fiom. Sergio Marchionne, AD dell’ azienda, ha fatto sapere da New York di essere soddisfatto dell’ ottima partenza: “Gli operai hanno parlato e questo è espressione di democrazia”.

Dopo oltre sei anni di cassa integrazione i lavoratori potranno tornare al lavoro dal 2012 quando la produzione prenderà il via con 50 mila Maserati e 500 milioni di investimenti. Dal prossimo gennaio lo stesso programma varrà anche per  Grugliasco.

Vittorio De Martino, respondabile Fiat della Fiom Torinese, ha comunque sottolineato: “La Fiom mantiene i giudizi negativi su questo accordo perché è come quelli sottoscritti a Pomigliano e Mirafiori che abbattono i diritti dei lavoratori. […] L’impegno industriale è tutto da verificare, controlleremo; è troppo generico sul destino dello stabilimento”.

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