La nuova proposta della Commissione Europea che arriverà in parlamento e che riguardera l’ E-commerce non piace alle associazioni di settore.
Secondo quanto sostenuto da Netcomm, il Consorzio del commercio elettronico italiano, sembra che il settore potrebbe arrivare a sostenere 10 miliardi di euro. La Normativa riguarda i diritti dei consumatori che ricadranno sui clienti online. Il Netcomm e altre associazioni di rappresentanza di tutta Europa sono fermamente convinti che la normativa sia a discapito dell’ e-commerce e in particolare sono 4 gli articoli contestati.
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Uno riguarda la libertà di contratto, secondo il quale i siti di e-commerce dovranno, obbligatoriamente, consegnare in tutta Europa. questo significherenne prevedere “un sistema di pagamento con 7 valute differenti, un sistema di traduzione in 25 lingue e dei contratti di spedizione in 27 Paesi. Si tratta di una complicazione che avrebbe come risultato immediato il freno di qualsiasi iniziativa imprenditoriale e l’uccisione sul nascere di qualsiasi start up online”;
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Gli altri riguardano il diritto di recesso. Nella nota si legge: “La nuova direttiva introdurrebbe un ampliamento considerevole dei tempi per effettuare il reso, consentendo di effettuare la notifica entro 14 giorni e la restituzione entro i successivi 14. In totale si quadruplica o triplica, a seconda dei Paesi, il tempo per restituire il prodotto, lasciando quasi un mese di tempo (28 giorni) per esercitare questo diritto”.
Sarebbe di 10 miliardi di euro l’ anno l’ incremento dei costi costi di trasporto ” che ricadrebbe inesorabilmente su un peggioramento dei prezzi per i consumatori”.