Disoccupazione e suicidi. Record in Italia e in Europa

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Un rapporto Eures che mette in relazione le condizioni di crisi economica e disoccupazione con i casi di suicidio, ha rivelato che nel 2009 si sarebbero tolte la vita 357 persone, ovvero una al giorno.

I dati si riferiscono al periodo immediatamente successivo alla gravissima crisi finanziaria del 2008, ma se si considera che le condizioni di crisi attuale sono ben peggiori non c’è da sperare in un’inversione di tendenza.

Tra coloro che si sono tolti la vita a causa di problemi economici e della disoccupazione, si trovano sia uomini che donne in una fascia di età compresa tra i 45 e i 50 anni, appartenenti a diverse categorie sociali, come imprenditori, operai e altri. Per quanto riguarda altri studi e ricerche che mettono in relazione la crisi con i suicidi, emerge che nell’Unione Europea il numero delle persone che si sono tolte la vita è iniziato a salire paurosamente dal 2008.

In quell’anno si sono registrati ben 58 mila suicidi, ovvero uno ogni nove minuti. Secondo l’OMS il suicidio costituirebbe ormai la prima causa di morte superando quella dovuta agli incidenti stradali. Studi psichiatrici concordano anche con la teoria che il rischio di disagio mentale crescerebbe all’aumentare del periodo di disoccupazione.

Chi si toglie la vita a causa della disoccupazione non lo fa mai volontariamente è chiaro, ma perché spinto da una grave patologia depressiva innescata da condizioni di vita estremamente difficili da affrontare e gestire in solitudine o, peggio, all’interno di un circuito di emarginazione sociale che non aiuta a scorgere dei motivi di ottimismo e di speranza in un futuro migliore.

Per arginare il fenomeno è essenziale ripristinare delle condizioni economiche che permettano a tutti di poter vivere dignitosamente, gestendo l’emergenza disoccupazione con interventi di assistenza socialie e psicologica gratuita per i soggetti più deboli o con maggiori difficoltà.

Fonte immagine: corriereinformazione.it

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