Creare una microimpresa: i rischi

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Per microimpresa si intende un’attività economica con un numero inferiore a 10 dipendenti ed un fatturato minore di due milioni di euro. Il tessuto delle aziende nazionali è fortemente caratterizzato da microimprese formate, talvolta, da una sola persona( ditte individuali) o da un piccolo gruppo di soci, come nel caso delle imprese familiari.

Molte di queste imprese poi, anche se hanno ricevuto prestiti e finanziamenti a fondo perduto, chiudono nel giro di due o pochi anni perché non ce la fanno a sopportare le tasse e gli elevati costi di gestione. La chiusura o il fallimento dell’attività è uno dei maggiori rischi delle microimprese.

In un’economia globalizzata e fortemente competitiva la presenza di troppe microimprese rischia di generare il meccanismo  della “guerra tra poveri” con un’esponenziale incremento della concorrenza  e la fine di migliaia di attività.

Anche economisti esperti avvertono che un tessuto economico troppo frammentato non è indice di buona salute per un’economia. Fare impresa è un diritto ed anche creare una microimpresa rappresenta un’interessante opportunità, ma non per tutti. Non può esistere uno Stato dove tutti fanno i dipendenti o dove tutti fanno gli imprenditori.

Dovrebbe esistere uno Stato in cui si può scegliere di essere o l’uno o l’altro. Ed invece costa sta accadendo? Lo si vede ogni giorno: appena nasce un’idea di impresa, questa viene immediatamente replicata da milioni di persone senza lavoro e che, per non poter scegliere, si buttano a capofitto nella prima microimpresa che gli viene in mente.

Ma saturare tutti gli spazi di mercato significa gettare le basi per  una concorrenza spietata tra “pesci” sempre più piccoli che invece di mangiare quelli grossi, si fanno fuori tra di loro. Così si finirà per non creare nulla, ma solo  piccole idee che nascono e  muoiono nel giro di brevissimo tempo,  facendo collassare l’intero sistema economico.

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