Cosa pensa il capo, ma non vi dice

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Siete curiosi di sapere cosa pensa il vostro capo, ma non vi dice? Niente paura, anche i non detti, si possono decifrare, leggi come.

Se avete più di 35 anni, vi sarete sicuramente accorti delle maggiori difficoltà a trovare un lavoro, rispetto a chi ne ha 23 o 25. L’età, infatti, sta diventando sempre più un fattore discriminante e la crisi economica globale non semplifica di certo le cose. Quello che pensano gli addetti alle risorse umane, ma non dicono, se non tra le righe, è: “per il mercato del lavoro, sei troppo vecchio”. Il problema, infatti, non emerge mai in maniera diretta. L’unica strategia per aggirare l’ostacolo è di puntare su un curriculum vitae ad hoc, dove spicchino le esperienze più significative, soprattutto quando si tratta di rapporti lavorativi presso aziende importanti.

Molte aziende, spiano la posta, gli instant message e persino le attività su Facebook! Stando alle statistiche, infatti, questo accadrebbe nella metà degli uffici, dato confermato anche dal boom degli ultimi anni del mercato dei software di monitoraggio della posta aziendale. Lo “spionaggio” solitamente, procede per parole chiave, come il nome dell’azienda, i dirigenti, utilizzando anche termini sensibili come licenziamento o stipendio.

La maternità, per una donna, è spesso fonte di problemi sul posto di lavoro, tanto da danneggiare la carriera nel medio e lungo periodo. Anche dopo la nascita di un figlio, infatti, molti dirigenti preferiscono non affidare incarichi di responsabilità o promozioni ad una neo-madre, privilegiando altre persone. Secondo l’Istat e l’Isfol, infatti, il 27% delle donne lascia il lavoro dopo la nascita del primo figlio, il 15% dopo il secondo, e la situazione è ancora più complessa in Italia per le donne non laureate e under 24.

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