Spesso, erroneamente, si crede che un curriculum senza l’indicazione della laurea abbia meno valore. In realtà, nulla è più lontano da questa errata convinzione, come dimostra il successo di tanti “grandi” che sono riusciti a lavorare anche senza avere una laurea in tasca.
Gli esempi da citare sarebbero tanti, ma ne facciamo uno solo: Steve Jobs, il “padre” della Apple, che grazie al suo genio creativo ha messo su una delle più grandi realtà economiche del XXI secolo. Per essere efficace, il curriculum di chi non è laureato deve concentrarsi sulle esperienze e le effettive competenze maturate, tralasciando a fine testo le esperienze formative.
Le esperienze di lavoro da indicare nel documento devono coincidere perfettamente, o quasi, con quelle ricercate dal potenziale datore di lavoro. Quindi, è meglio tralasciare brevi esperienze lavorative che non rendono coerente il vostro percorso professionale. Se nel documento verrà abilmente dimostrata un’esperienza solida, concreta e maturata in un lungo arco di tempo, tutto questo varrà molto più della laurea.
In questo momento di crisi, probabilmente, il destino dei laureati è molto simile a quello dei diplomati. Per rendere appetibile il Cv, dunque, bisognerà anche indicare la propria disponibilità a lavorare come consulenti o collaboratori( naturalmente sempre ben pagati).
I collaboratori diplomati sono ricercati da tantissime aziende e non sarà certo la mancanza della laurea ad impedire loro di ottenere nuovi incarichi. Per dare maggiore peso al curriculum senza la laurea, specie quando ci si propone come collaboratori, è quasi sempre indispensabile inserire degli esempi dei lavori già svolti o il proprio portoflio di aziende.
Tutte queste “dritte”, unite a una certa dose di caparbietà e di determinazione potrebbero davvero fare la differenza tra un curriculum “invisibile” ed uno realmente convincente ed efficace.
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