Come diventare doppiatore in Italia? Ecco alcuni consigli da seguire

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Fonte: Lionspeech

Come diventare doppiatore? Questo ruolo affascina da sempre milioni di persone, soprattutto in Italia dove tale mestiere dilaga in molteplici settori. Non tutti sanno infatti che il nostro Paese è uno dei pochi in cui questa figura lavorativa esiste. Oltralpe, invece, i film vengono solitamente visti in lingua originale, spesso con i sottotitoli.

Il mestiere del doppiatore professionista comunque non va confuso con la sfaccettatura amatoriale che spopola oggi giorno sui vari social. Sempre più diffusi sono infatti video ridoppiati in ogni maniera con lo scopo di far ridere, che però poco hanno a che vedere con il mondo del doppiaggio professionistico.

Ecco dunque tutto ciò che c’è da sapere su come diventare un doppiatore e tutti i vari step da superare per intraprendere questa professione.

Come diventare doppiatore

Innanzitutto bisogna premettere che non vi è un percorso univoco e dettagliato per diventare un bravo doppiatore. L’unico step obbligatorio è la frequentazione di un corso specialistico nel settore.

Spesso però questi corsi da doppiatore sono organizzati male, risultando così solo uno spreco di soldi. Dunque diviene necessario scegliere una buona scuola di doppiaggio, essendo questa l’unica via percorribile per diventare un bravo doppiatore.

A tal fine vi sono dei consigli che vale la pena seguire. Innanzitutto l’ingrediente principale di un buon corso sono ovviamente gli insegnanti. Sempre bene accertarsi dunque che essi siano tutti professionisti del settore e che abbiano molta esperienza nell’ambito della formazione in questo campo.

In secondo luogo, bisogna accertarsi che il corso abbia una durata consistente. Non bisogna farsi abbindolare da chi propone tutto e subito. In media, la durata ideale per la formazione in questo settore è di circa un anno.

Ovviamente ciò può variare da situazione a situazione, in base anche alla durata delle singole lezioni e dalla loro cadenza. Un altro fattore a determinare la bontà del corso da doppiatore è il numero chiuso: questa caratteristica infatti garantisce che ad ogni studente sia garantita la giusta dose di formazione, che in caso di numero troppo elevato di partecipanti non sarebbe possibile.

Infine, prima dell’eventuale iscrizione, è sempre consigliato studiarsi per bene l’intero programma di studio offerto dal corso, analizzando così tutti i vantaggi che si possono trarre dalla sua eventuale frequentazione.

La cosa migliore da fare in questa fase, ove ovviamente possibile, è quella di farsi consigliare da qualche esperto del settore, ma anche da chi ha frequentato lo stesso corso a cui si è interessati.

Recitazione e dizione alla base della formazione da doppiatore

Andando ad analizzare il contenuto, un corso professionale di doppiaggio che si rispetti dovrebbe contenere al suo interno delle lezioni riguardanti in particolare recitazione e dizione. Queste due discipline sono infatti alla base del mondo del doppiaggio e permettono di fare la differenza in questo ambito lavorativo.

Il doppiatore è infatti spesso considerato un attore vero e proprio, che però recita la sua parte “fuori schermo” e quindi lontano dalle telecamere. Il suo ruolo, soprattutto in Italia, diviene così di vitale importanza.

Ma quanto guadagna in media un doppiatore italiano? Fare un ritratto della retribuzione economica di questa professione è difficile. Generalmente comunque, la paga minima di un doppiatore è di 70 euro a sessione. Si tratta ovviamente di un salario minimo, destinato a salire a seconda dell’esperienza e dell’importanza del lavoro da svolgere.