Nelle botteghe alimentari di qualche decennio fa era prassi diffusa vendere prodotti sfusi. Pasta, farina, caffè, legumi venivano venduti nelle quantità desiderate direttamente dal droghiere. La diffusione della grande distribuzione nel settore alimentare ha modificato le abitudini di acquisto delle famiglie italiane. I prodotti sfusi sono stati rapidamente sostituiti da quelli confezionati in formato “famiglia”.
Ma negli ultimi anni è possibile assistere a una sorta di ritorno alle origini. È tornato a essere conveniente, sia per il commerciante sia per il consumatore, vendere e acquistare prodotti sfusi. Il primo negozio di prodotti sfusi in Italia è stato avviato in Piemonte nel 2006. Da allora si sono moltiplicati e diffusi in tutto il Paese, anche sotto forma di corner all’interno della Grande Distribuzione Organizzata.
La caratteristica principale di questi negozi è che i prodotti vengono venduti rigorosamente sfusi, ossia privi di confezioni. In questo modo il cliente ha diversi vantaggi. Può acquistare le quantità di prodotto che effettivamente intende consumare, eliminando gli sprechi. Oltre a risparmiare il costo della confezione, dal momento che il contenitore dovrebbe essere portato direttamente da casa e riutilizzato per più acquisti.
Avviare un negozio di prodotti sfusi può essere veramente un’idea innovativa, con dei buoni ritorni economici. Ma con investimenti iniziali non elevati. Inoltre è un tipo di attività che riscuote molto interesse da parte dell’opinione pubblica, vista la sua vicinanza con i temi del “caro vita”, del rispetto per l’ambiente, del riciclo dei rifiuti e del risparmio energetico.
La sua filosofia commerciale tocca alcuni dei temi legati al consumo ecologicamente responsabile e sostenibile, e alla riduzione degli sprechi.
I negozi di prodotti sfusi promuovono un modello di consumo sostenibile: economicamente, ecologicamente e socialmente.
- Sostenibile economicamente. In periodi di crisi economica e di contrazione dei consumi è accolta con grande interesse qualsiasi iniziativa che permetta alle famiglie italiane di risparmiare nella spesa quotidiana. I prodotti acquistati privi della confezione e senza marchio costano meno rispetto a quelli tradizionali, arrivando a far risparmiare dal 20% al 70%. Spesso i prodotti venduti sfusi in questo genere di negozi sono anche a “filiera corta”: la merce viene venduta dal produttore direttamente al consumatore finale, saltando i numerosi, e costosi, passaggi intermedi, mantenendo così la freschezza. E, cosa importante, il prezzo è contenuto di almeno il 30%.
- Sostenibile ecologicamente. In Italia risulta che vengano ogni anno prodotti circa 31 milioni di tonnellate di rifiuti, di cui ben il 60% è rappresentato da rifiuti da imballaggio (contenitori di latte, detersivi, bibite e bottiglie d’acqua). Infatti, l’80% dei contenitori acquistati viene usato una sola volta e gettato. Grazie alla distribuzione sfusa, il consumatore utilizza il proprio flacone per più acquisti aiutando a contenere la produzione di plastica e di cartone per gli imballaggi, riducendo la produzione di anidride carbonica (CO2) e l’immissione nell’aria di elementi inquinanti. Oltre a risparmiare energia elettrica e acqua necessarie per la produzione di queste confezioni.
- Sostenibile socialmente. Questo tipo di distribuzione influisce positivamente sull’educazione al consumo. Il consumatore acquista unicamente le quantità che gli servono, diminuendo in questo modo gli sprechi. Inoltre la vendita dei prodotti sfusi incentiva un progressivo affrancamento dall’influsso che le marche hanno sugli acquisti quotidiani. Il prodotto sfuso è infatti spesso privo di marca e, come tale, viene apprezzato solo per la sua qualità.
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