Oggi i giovani non aspirano piĂą a lavorare in banca, chiusi dentro un deprimente ufficio. Oggi, è  quello di aprire un agriturismo il sogno dei giovani tra i 18 e i 34 anni. Vivere all’aria aperta, gestire un’attivitĂ in proprio, aspirare a guadagni ben piĂą alti di uno stipendio mensile. Ma come si apre un agriturismo, e qual è l’iter burocratico da seguire?
Se è questo il vostro obiettivo, come prima cosa armatevi di santa pazienza. Tra il dire e il fare, in questo caso, c’è di mezzo una valanga di autorizzazioni, certificazioni etc. Si stima, infatti, un periodo d’attesa di circa un anno, durante il quale l’agriturismo dovrĂ dotarsi di tutto il necessario per essere considerato a norma di legge. Innanzitutto dovete essere in possesso di terreni che generano reddito agricolo. Tale reddito dovrĂ essere prevalente rispetto alle entrate relative alle strutture ricettive che intendete aprire.
Non per altro la legge definisce agriturismo “ogni attivitĂ di ricezione e ospitalitĂ esercitata dagli imprenditori agricoli“, i quali gestiscono l’attivitĂ alberghiera in maniera “complementare” con le attivitĂ tradizionali del fondo “che devono comunque rimanere principali”. Possono essere utilizzati come alloggio i fabbricati rurali giĂ in possesso dell’agricoltore, ma non devono avere piĂą di trenta posti letto.
L’iter comincia con la domanda d’iscrizione all’Elenco regionale degli operatori agrituristici presso la Commissione provinciale per l’agriturismo, a cui segue la domanda al Comune dove è ubicato l’agriturismo per ottenere l’autorizzazione del Sindaco. Tra le altre autorizzazioni – che costano – anche quella dei Vigili del Fuoco e quella sanitaria. Per avere tutte le specifiche, vi consigliamo di leggere attentamente la legge quadro sull’agriturismo, la 730/1985, senza dimenticare di consultare la normativa regionale in materia.