Colloquio: come e quanto parlare di se

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Succede a tutti, scrivere è ben più semplice d’esporre oralmente. E questa preferenza chi più chi meno già la possiede da studente, quando un esame scritto si preferisce mille volte più rispetto ad un esame orale. I problemi proseguono anche in fase di lavoro, nel momento in cui il curriculum deve essere reso orale, in fase di colloquio, o nel momento in cui, dopo l’assunzione, una relazione professionale deve essere esposta a chi la dovrà approvare.

Cambiano le situazioni, ma la sostanza resta invariata. E’ la paura del giudizio altrui che intimorisce, e il blocco condiziona spesso in negativo il giudizio di chi ascolta, chiamato a promuovere lo studente, assumere il disoccupato, approvare l’eventuale progetto.

Ecco perché esistono delle particolari attenzioni che chiunque desideri rendere la propria esposizione più chiara e coinvolgente,  potrà seguire.

Rendere a tutto l’uditorio chiara la propria esposizione è fondamentale per ricevere approvazione; tutto questo è facilmente raggiungibile per chi utilizza un linguaggio chiaro, un andamento allegro nel ritmo ed un lessico vario e sappia fare buon uso delle pause espressive.

Uno degli errori fra i più comuni è relativo alla fretta d’esposizione. Presentandosi in fase di colloquio sarà fondamentale scandire le parole, preferendo rinunciare a parte di ciò che si intendeva dire (ovviamente la fetta del discorso meno importante), esponendo con una certa precisione e chiarezza ciò che piuttosto si ritiene fondamentale. Le presentazioni a cascata inondano l’ascoltatore di informazioni che il più delle volte vengono recepite in maniera poco chiara ed incisiva, mentre un’esposizione calma e di sostanza regala all’ascoltatore la convinzione che chi parla è sicuro di se e di quel che dice. Non male in fase di colloquio no?

Per avere ben a mente la differenza fra gli argomenti caldi e quelli che si possono anche sorvolare, sarà meglio elaborare una piccola scaletta espositiva da memorizzare. Aiuterà a mantenere vivo il discorso e allontanerà il pericolo della divagazione. Ovviamente darà modo all’oratore di inserire improvvisazioni o eventuali cambi di rotta, qualora la conversazione lo richieda.

Evitare monologhi lunghi e tediosi garantirà al candidato la costante attenzione da parte dell’interlocutore, allontanando il pericolo del calo d’interesse.

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