Cambiare vita e trasferirsi all’estero: mito o realtà?

0
293

La crisi economica dell’Euro ha condizionato pesantemente la sorte e la quotidianità dei cittadini. Innalzamento della pressione fiscale, aziende che chiudono ed incremento della disoccupazione, sono i problemi con cui la maggioranza delle persone si confronta ogni giorno. Problemi insopportabili, che stremano e affamano intere fasce sociali ritrovatesi ormai con magre pensioni o senza stipendio.

In questo quadro emerge per molti la volontà di cambiare vita e di trasferirsi all’estero, magari in Paesi estranei all’Eurozona. Ma è davvero possibile cancellare tutto quello che si è costruito nella vita per trasferirsi magari dall’altra parte del mondo?

L’idea di trasferirsi all’estero, come tutte le scelte umane, si trova sospesa tra mito e realtà. Da un lato, il sogno di vivere in maniera più tranquilla e dignitosa, dall’altra la realtà di confrontarsi con usanze e sistemi economici totalmente differenti che potrebbero compromettere le effettive possibilità di vita del migrante.

Molti italiani sognano di trasferirsi nei Paesi dell’America Latina, che proprio in questi ultimi anni stanno attraversando una fase di crescita economica con il vantaggio di avere un costo della vita molto più basso rispetto all’Italia.

Purtroppo, questo basso costo si riflette anche sui possibili guadagni di un’attività di lavoro. Basta pensare che in Brasile, il salario mensile medio di un lavoratore corrisponde a circa 400 euro. Trasferirsi in Brasile per lavorare partendo da zero non sarebbe, dunque, una scelta vincente.

Per mantenere un tenore di vita dignitoso, il trasferimento nei Paesi in via di sviluppo è fattibile solo se si possiede un reddito da affitto o da pensione, mentre senza l’uno o l’altro, sarebbe veramente difficile tirare avanti.

Buone le prospettive anche per gli imprenditori che delocalizzano. Questi ultimi beneficiano di sgravi fiscali e di lavoratori che vengono pagati meno, mantenendo la sede centrale nel Paese di origine ed incrementando i guadagni tramite la rivendita del prodotto finito nei mercati con più consumo.

Come si può notare, “tutto il mondo è paese” ed è costruito a misura di chi già ha. Il trasferimento all’estero può essere una soluzione per i giovani che dopo aver terminato gli studi pensano di costruire qualcosa in Paesi in cui i redditi sono più alti e in cui il lavoro intellettuale viene maggiormente riconosciuto e pagato.

Trovano grandi opportunità all’estero, i ricercatori, specie nei Paesi anglosassoni e in India. Trasferirsi altrove per fare una vita da nababbi è, dunque, un’opportunità per pochi; tutto il resto attiene solo al mito ed alla pura dimensione del sogno.

Fonte immagine: Toyotviaggi.com

Lascia un commento