Banche a Rischio Collasso, la Lista di Quelle a Rischio per Bankitalia

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banche a rischio

banche a rischio

Nell’elenco delle banche che rischiano il collasso, pubblicato sul sito di Bankitalia, risultano:

  1. Istituto per il credito sportivo
  2. Cassa di risparmio di Ferrara
  3. Banca delle Marche
  4. Bcc Irpina
  5. Cassa di risparmio di Loreto
  6. Banca popolare dell’Etna
  7. Banca padovana credito cooperativo
  8. Cru di Folgaria
  9. Credito trevigiano
  10. Banca popolare delle province calabre
  11. Cassa di risparmio della provincia di Chieti
  12. Banca di Cascina
  13. Bcc Banca Brutia
  14. Bcc di Terra d’Otranto
  15. Banca popolare dell’Etruria e del Lazio

Oltre ai quindici istituti ci sono anche quattro intermediari non bancari a rischio Bail In ( cioè che in caso di crac di un istituto, impone un contributo di azionisti, obbligazionisti e (in ultima istanza) dei correntisti con depositi superiori a 100.000 euro):

  1. Medioleasing S.p.A.
  2. Commercio e finanza S.p.A.
  3. EstCapital sgr
  4. Prisma sgr.

Il dottor De Polis, Direttore dell’Unità di Risoluzione e gestione delle crisi bancarie creata da Banca Italia,  spiega che prima che tutto crolli e che i debiti degli istituti finiscano sulle spalle dei correntisti, l’Unità di Crisi avrà a disposizione tre strumenti: “vendere una parte dell’attività a un acquirente privato; trasferire temporaneamente le attività e passività a un’entità (bridge bank) costituita e gestita dalle autorità per proseguire le funzioni più importanti, in vista di una successiva vendita sul mercato; trasferire le attività deteriorate a un veicolo (bad bank) che ne gestisca la liquidazione in tempi ragionevoli”.

Ad oggi le banche più a rischio sono Veneto Banca e Popolare Vicenza, la Bce ha calcolato che il rapporto tra il capitale versato e i rischi (il Cet1 ratio) è pari a 8,1 per Veneto Banca e 6,8 per Popolare Vicenza.

Sul mercato girano stime abbastanza discordanti sul livello di rischio dei prodotti, ma univoche (ultima in questa direzione una rilevazione fatta da Consultique) nel dire che sono stati collocati almeno 60 miliardi di titoli subordinati cioè quelli che sovente sono senza una scadenza e con interessi oltre la media, equiparati alla stregua delle azioni: quindi non rimborsabili.