Assunzione a tempo indeterminato dopo il contratto di apprendistato

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Buona parte dei giovani assunti con contratti di apprendistato professionalizzante sarebbero stati poi assunti  a tempo indeterminato. Questi i risultati del convegno “L’apprendistato; una complicazione o un’opportunità?”, organizzato a Milano da Gi Group Academy, la fondazione di Gi Group, agenzia per il lavoro con OD&M Consulting che presenta i dati di un’indagine svoltasi tramite interviste alle imprese.

Il 53,3% dei giovani assunti tramite l’apprendistato professionalizzante nelle aziende lombarde è stato poi definitivamente assunto a tempo indeterminato. Il dato emerso durante il dibattito è molto incoraggiante, anche se durante il convegno sono emerse alcune difficoltà e criticità relative all’utilizzo del contratto di apprendistato. Oltre un terzo delle aziende intervistate (35,4%) ha dichiarato, infatti, di non aver mai utilizzato l’apprendistato dal 2003 in poi. Inoltre la formazione viene svolta completamente all’interno dell’azienda solo nel 33% dei casi.

Le principali difficoltà rilevate durante il percorso di apprendistato sono la ricerca di un supporto esterno per la preparazione dell’apprendista sul piano formativo individuale (45%), la gestione del contatto con gli enti di formazione (21,6%) e la difficoltà nel fare formazione specifica sulle tematiche aziendali (19,6%).

Nel complesso i dati rilevati sono decisamente positivi come il fatto che l’industria è il comparto che assume più apprendisti ( 58,2%) mentre le figure professionali più inserite con questa forma contrattuale sono quelle dell’area tecnica (35,3%), seguite dalla produzione (29,4%), dall’amministrazione (25,5%) e dall’ambito commerciale (23,5%).

Tra le aziende che hanno applicato questo contratto, negli ultimi tre anni, il 43% dei lavoratori sino a 20 anni di età è stato inserito con l’apprendistato professionalizzante. Il dato cresce sino al 60,8% tra i 21 e i 25 anni di età. Il 90% dei contratti di apprendistato hanno una  durata di 24, 36 e 48 mesi.

Fonte immagine: corriereinformazione.it

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