250.000 insegnanti precari potranno chiedere di essere assunti. Ecco perchè

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Una sentenza che passerà alla storia è stata emanata dalla Corte Europea a Lussemburgo:

250mila precari hanno facoltà di richiedere la stabilizzazione e risarcimenti per due miliardi di euro, oltre agli scatti di anzianità maturati tra il 2002 e il 2012 dopo il primo biennio di servizio e le mensilità estive su posto vacante.

Il presidente del sindacato Anief, Marcello Pacifico, ha sottolineato come non esistano criteri oggettivi per una mancata assunzione del personale con oltre 36 mesi di servizio, infatti la sentenza della corte titola:

La normativa italiana sui contratti di lavoro a tempo determinato nel settore della scuola è contraria al diritto dell’Unione 

Il rinnovo illimitato di tali contratti per soddisfare esigenze permanenti e durevoli delle scuole statali non è giustificato 

La Corte sottolinea che, sebbene il settore dell’insegnamento testimoni un’esigenza particolare di flessibilità, lo Stato italiano non può esimersi dall’osservanza dell’obbligo di prevedere una misura adeguata per sanzionare debitamente il ricorso abusivo a una successione di contratti di lavoro a tempo determinato.

L’accordo quadro sul lavoro a tempo determinato non ammette una normativa che autorizzi il rinnovo di contratti a tempo determinato per la copertura di posti vacanti e disponibili di docenti e di personale amministrativo, tecnico e ausiliario, senza indicare tempi certi per l’espletamento di dette procedure concorsuali ed escludendo il risarcimento del danno subito a causa di un siffatto rinnovo.

Tale normativa, infatti, non prevede criteri obiettivi e trasparenti al fine di verificare se il rinnovo risponda ad un’esigenza reale, sia idoneo a conseguire l’obiettivo perseguito e sia necessario a tal fine. Essa non contempla neanche altre misure dirette a prevenire e a sanzionare il ricorso abusivo a siffatti contratti.

Dopo tale sentenza il sindacato Anief è pronto ad avviare ricorsi anche per precari Afam, Sanità, Regioni, Enti locali.

Pacifico spiega perché è importante questa sentenza che ha portato alla vittoria le cinque cause contro lo Stato Italiano: l’accordo quadro che tutela dal 1999 i lavoratori con contratto a tempo determinato sia che la natura del loro datore di lavoro sia pubblica o privata, nonché al settore di attività interessato, impone agli Stati membri di prevedere, in primo luogo, almeno una delle seguenti misure: l’indicazione delle ragioni obiettive che giustifichino il rinnovo dei contratti ovvero la determinazione della durata massima totale dei contratti o del numero dei loro rinnovi. Peraltro, al fine di garantire la piena efficacia dell’accordo quadro, una misura sanzionatoria deve essere applicata in caso di utilizzo abusivo di una successione di contratti a tempo determinato. Tale misura deve essere proporzionata, effettiva e dissuasiva.

Potete leggere la sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea scaricandola in formato .pdf -> Sentenza nelle cause riunite C-22/13, C-61/13, C-62/13, C-63/13, C-418/13